Don Luigi Chiarenzi

Cittadino illustre

Nato a Tregnago (VR) il 16 gennaio 1785, dal 1829 alla morte, avvenuta l’8 maggio 1854, è parroco di Zevio; in questi venticinque anni profonde tutte le sue ricchezze e tutte le sue forze per gli ammalati e i bisognosi, cominciando sin dai primissimi tempi del suo mandato a occuparsene. Negli anni anteriori al 1848, don Chiarenzi è intento ad acquistare terreni nel comune di Zevio e fuori e, in particolare, a mettere insieme uno stabile e un terreno confacenti in via Caneole(odierna via Chiarenzi). Aiutato da alcuni medici condotti, don Chiarenzi firma le numerose richieste di ammissione al pubblico ospizio che gli pervengono in canonica, non per grettezza speculativa, ma per una forma di organizzazione limpida e onesta dell’assistenza: riesce così a mettere chiarezza negli accordi tra le parti, definendo doveri di assistenti e diritti di assistiti. Nel 1853 le presenze degli ammalati si aggirano intorno alle 27 unità: inizialmente assistono i malati pie donne e persone caritatevoli; dal novembre 1854 vengono assegnate alla struttura anche 3 suore della Misericordia. Il 2 dicembre 1851 don Chiarenzi con istromento notarile (atto di cessione) dona il fabbricato ospedaliero e i terreni annessi di sua proprietà al Pio Istituto della Congregazione di Carità, sorto nel lontano 1591 allo scopo pio di sollevare i bisogni dei poveri in medicine, medico ed elemosine; tale congregazione viene così impegnata a continuare l’opera da lui iniziata. Il 16 ottobre 1853 don Chiarenzi scrive il suo testamento, in cui lascia alla comunità di Zevio non solo un’eredità materiale, costituita dai suoi beni personali, ma anche un’eredità spirituale, in cui con serietà obbliga moralmente i suoi successori a non far perire l’opera da lui iniziata e, possibilmente, ad ampliarla e migliorarla. È sepolto nella cappella dei sacerdoti morti a Zevio, nel cimitero del paese. (Note tratte da G. Broggio, La figura e l’opera di don Luigi Chiarenzi, in Ospedale Chiarenzi, Zevio. Omaggio al fondatore e all’opera, nell’inaugurazione di nuove opere il 27 ottobre 1968, Zevio 1968, pp.43 ss.)

Pagina aggiornata il 11/07/2024

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